martedì 27 agosto 2019

4.000 "Mi Piace" su Facebook

Varcato il traguardo dei 4.000 "Mi piace"
sulla pagina delle mie attività Casalingo Brassicole.


Sicuramente una tappa simbolica ma comunque importante. Un risultato che mi regala una grande soddisfazione e mi rende estremamente orgoglioso. Nel mio piccolo, ho cercato di creare un luogo virtuale sempre migliore, provando ad aggiornarlo con argomenti sempre più piacevoli. L’impegno che ci ho messo è stato ripagato dal vostro apprezzamento, visto che proprio oggi la pagina Facebook è arrivata a 4.000 "Mi Piace".

Martedì 13 Gennaio 2015, alle ore 9 iniziava questa magnifica avventura. A distanza di tempo, il mio obiettivo rimane sempre quello iniziale: scrivere ciò che sono le mie esperienze, giuste o sbagliate che siano. L'entusiasmo è quello di un bambino e le idee sono ancora troppe da realizzare, senza pretendere di insegnare nulla a nessuno.

Grazie a tutti per il sostegno!

sabato 24 agosto 2019

Piacevole Momento di Condivisione

In compagnia dell'amico Antonio Baselice
Un caldo africano che passa lungo tutto il paese, senza un filo di vento...Questo è stato lo scenario ambientale di ieri pomeriggio all'arrivo di Antonio Baselice: <<Non mi prende la posizione. Sono in centro a Villapiana, sono in piazza Dante>>. Confesso, è stata una vera e propria tortura uscire di casa con quel caldo. Il vento che si creava con il movimento della macchina era l'unico sollievo, determinava la mia sopravvivenza a caldo ed afa. Eppure, Antonio "determinato" ha percorso 180 km e circa 2 ore di macchina, come se non fosse abbastanza tra turbolenti strade calabresi. Con la forza di volontà che si ha solo quando si è spinti da una forte passione. Un pomeriggio di condivisione e piacevole compagnia, dove non poteva mancare la birra. Ringrazio pubblicamente il caro amico Antonio per la fiducia che ha riposto nelle mie creazioni, ritenendo che il viaggio valesse la pena. Spero non sia rimasto deluso, perché posso dire di aver conosciuto un amico, di cui ancora non sapevo l'esistenza!

Il post di Antonio sul gruppo HopGB - Hoperation Good Beer



mercoledì 14 agosto 2019

Il Blog va in vacanza!

HomeBrewing Condor ti da appuntamento a settembre, quando riprenderà con nuovi post e contenuti. Adesso è proprio il momento di andare in vacanza.


C'è la bellezza di un tempo, in una giornata di sole. Mettici l'acqua, la personalità delle tue birre e la magia prende vita. Concedersi qualche ora di relax sdraiati gustando una birra, frutto di tanta passione, ti regala enormi soddisfazioni. Solo quando la birra è ormai finita ti accorgi del sole cocente e del piccolo ombrellone, sotto il quale ti sciogli come un gelato. Il caldo e quei ricordi di estenuanti partite a Beach Soccer, ti offuscano la tranquillità e l'equilibrio. Subissato dal ricordo, avvolto da una sensazione afosa che ti stringe anche l'anima. Vai in cerca di un pallone, che non trovi. Momento della vita in cui la disperazione prende il sopravvento, su tutto il resto. Allora, non ti resta che l'onestà brutale, di essere ormai un adulto, senza un pallone, senza mare, ma con la consapevolezza di tornare al frigorifero per stappare una nuova bottiglia di birra.

Buone Vacanze a tutti!!!


Mi potete trovare comunque su facebook
dove sarò online appena posso.

martedì 6 agosto 2019

Un piacevole sguardo al passato

Ovunque tu possa arrivare,
non dimenticare mai da dove sei partito.

Devi sapere che la macchina non sarà più la stessa una volta partito,
 l'homebrewing è anche questo!
Il 2019 era partito a rilento con le mie esperienze casalingo brassicole, d'altronde anche il 2018 era finito su questa  falsariga. Ho percorso tantissime fasi in questo fantastico mondo dell'homebrewing, dalle molteplici ore dedicate allo studio a quelle dovute alle produzioni. Eppure, sono bastate una serie di novità e progetti, per animare nuovamente il mio spirito brassicolo.

Sono passati molti anni da quel mese di gennaio del 2014,  anno in cui ho iniziato la mia avventura come birraio casalingo. Come tanti altri homebrewers ho iniziato questo percorso dai classici malti luppolati, dopo un bizzarro sogno premonitore di mio nonno.

Al compleanno di mio nonno, tra le braccia di mia nonna.
"Un aspetto tipico di mio nonno era quello di offrire ai propri ospiti il Biancosarti. Un liquore dolce prodotto tramite distillazione di erbe, spezie e fiori, con un sapore caratterizzato dalla forte presenza di cortecce e radici. Stranamente quella notte, durante il sogno, avrebbe voluto offrirmi una birra. Birra che non riusci a trovare, ma che cercava con fermezza di farmela provare. Al mattino, poco prima di arrivare a lavoro, aprendo il cellulare su internet mi apparve la scritta: come fare la birra in casa. Un segno del destino o semplice suggestione? Non saprei, ma sta di fatto che alle ore 17 dello stesso giorno, avevo già acquistato il kit di malto luppolato e il resto del materiale."

Per quasi tutto il primo anno, ho continuato a produrre la mia birra solo con i malti luppolati, senza provare mai particolare entusiasmo. Una perdita di tempo, scusate la franchezza. La cosa che ha cambiato realmente il mio interesse è stata la scoperta del metodo All Grain. Da quel preciso momento non mi sono più fermato, tutti i dubbi e le incertezze erano solo ricordi.


"Nelle vicinanze del mio paese, eravamo due o tre a produrre birra in casa. I nostri incontri avevano assunto le dimensioni di una vera e propria associazione clandestina. Le nostre case avevano ormai il fascino di una distilleria d'alcool degli anni '20 e '30, nel pieno del Proibizionismo americano."

Quella crescente passione mi condizionò a tal punto da promuove la cultura birraria anche sul mio territorio, all'epoca quasi del tutto assente. Nel gennaio del 2015, in modo del tutto spontaneo nasceva il progetto Homebrewing Condor, con l'idea di promuovere la birra di qualità, il consumo consapevole e la produzione casalinga di birra.  Il tutto accompagnato dallo scambio di informazioni, perchè l'homebrewing è questo.

"Promuovere l'idea di bere la propria birra o quella di qualità, non è una tendenza patologica all'abuso di bevande alcoliche. Più conosci la birra e più consapevolezza hai quando bevi. Homebrewing Condor non rappresenta l'esibizionismo del tasso alcolemico. Sono altre le realtà e i comportamenti che contribuiscono a rendere la birra un pericolo. Solo attraverso una buona educazione, la conoscenza e la consapevolezza, si possono evitare gli eccessi. Proprio per questo ritengo l'homebrewing un hobby educativo, che favorisce la crescita e una consapevolezza maggiore sul consumo di alcol."


L'homebrewing è aggregazione e convivialità!
Con la nascita del progetto Homebrewing Condor ho avuto modo di relazionarmi con tantissime persone, le quali mi hanno regalato qualcosa di personale che nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi nell'homebrewing.

"Reputo l’homebrewing una vera e propria arte, la quale richiede passione e impegno. La competenza è un aspetto importante, ma come in tutte le cose della vita aumenta con lo studio e le varie esperienze."

CondorLAB
Ho conosciuto homebrewers  a cui bastava seguire le indicazioni dei semplici kit luppolati, mentre altri realizzavano le proprie ricette nel tentativo di produrre birre sempre migliori. E infine, ho trovato quelli come me, in continua evoluzione personale con piccoli laboratori casalinghi. Il mio CondorLAB è stato principalmente utile per testare la capacità delle diverse pratiche di conservazione dei lieviti e per l'isolamento dei microrganismi, mediante terreni selettivi.

Fermentazione Spontanea in botte di Rovere
Il costante impegno mi portò presto ad isolare un lievito autoctono, a produrre interessanti birre Sour e il Sahti (un vecchio stile di birra  finlandese), a coltivare il luppolo e addirittura a maltare l'orzo.

Coni del mio luppoleto
Un periodo nel quale il blog veniva aggiornato regolarmente e sempre più persone ebbero modo di conoscere le mie tante idee e progetti. Nel frattempo, il 2 ottobre del 2017 sul Giornale della Birra comparve una mia intervista rilasciata a Luciano Galea. In quel caso parlavo già del mio interesse nell'utilizzare le botti, di realizzare una fermentazione spontanea e una birra affumicata della Norvegia, chiamata Stjørdalsøl.

Intervista del 2 ottobre 2017, sul Giornale della Birra
Detto questo, mi piace ricordare un post che scrissi il 16 novembre del 2016 (questo stesso post è attualmente visibile su un noto forum sull'homebrewing), dove avvertii un profondo disinteresse verso i lieviti kveik. Una parola del tutto sconosciuta quella con cui venivano indicati questi particolari lieviti norvegesi.

La mancanza di conoscenza può essere un valore o un limite per ogni interesse.
Tuttavia, quel messaggio ha cambiato il mio percorso da homebrewers. Inizialmente decisi di utilizzare quello stesso ceppo singolo (all'epoca era l'unico lievito kveik in commercio, ceppo isolato dalla coltura mista #1 Sigmund's Gjernes Voss), ma la sete di conoscenza era insaziabile per non provare gli autentici kveik a coltura mista. La fortuna ha voluto che diverso tempo prima mi ero imbattuto in alcuni stili di birre del tutto abbandonati, tipo la già citata Stjørdalsøl. Trovare le giuste informazioni su quelle particolari birre non era propriamente semplice.

Gårdsøl det norske ølet di Lars Marius Garshol
Nel cercare di restare fedele alle produzioni storiche, ho addirittura scritto e chiesto consiglio a produttori locali e all'ormai popolare Lars Marius Garshol. Persone di una disponibilità unica e di una semplicità disarmante, che mi hanno dato la possibilità di prendere parte a vari gruppi di discussione a tema. Inoltre, ho scoperto di avere addirittura molti amici in Norvegia, disposti ad inviarmi il proprio kveik senza chiedermi mai nulla in cambio. 

L'Amico Ivar A. Geithung, della città di Voss (Norvegia)
Tramite questi stessi rapporti di amicizia, il mio percorso tra le birre nordiche e i kveik è risultato piacevole, costruttivo, ma soprattutto contagioso. Dunque, l'amore per questi particolari lieviti è stato inevitabile, a tal punto da provare ogni tipo di fermentazione e relativo metodo di conservazione (tradizionale).

Råøl, un vecchio stile di birra Norvegese
Prima che la gente capisse l'importanza del lievito, storicamente il mosto freddo veniva mescolato con lo stesso bastone di legno, conferendo un risultato migliore alla birra finita. Ho realizzato addirittura una fermentazione tramite Kveikstokk, un pezzo di legno utilizzato per la conservazione del lievito di fattoria (riutilizzato anche a distanza di un anno, per saperne di più clicca qui). Esperimento che mi ha dato modo di essere menzionato sul sito di Milk The Funk, nell'apposita sezione sui kveik.

Citazione con relative foto, sul sito di Milk The Funk
Questa citazione mi è valsa una discreta visibilità, soprattutto all'estero con dati incredibili fatti registrare dal blog e dalla pagina Facebook. Conferma della buona strada che avevo intrapreso, nel diffondere le mie esperienze casalingo brassicole.

Anticipazioni su Facebook
Questa mia continua esperienza con i lieviti norvegesi, inoltre mi ha dato l'opportunità di prendere parte all'Expo della Brasseria Veneta, grazie all'invito di Paolo Erne e del presidente Antonio Di Gilio. Evento che si è svolto domenica 23 settembre 2018, con un laboratorio didattico sui Kveik Gruyt, dove ho raccontato tutte le mie conoscenze acquisite sui kveik.

Durante il laboratorio didattico su Kveik e Gruyt
Nell'occasione percepivo chiaramente il grande interesse che suscitavano i kveik, anche qui in Italia. Ricordo con estremo piacere le innumerevoli iscrizioni al mio gruppo Facebook "Esperienze Casalingo Brassicole | HOMEBREWING CONDOR", creato poco tempo prima. Un gruppo chiuso in cui potersi riunire e confrontarsi, sulle proprie esperienze casalingo brassicole, liberi di esprimere la propria opinione nel rispetto degli altri. Uno spazio dedicato a tutti gli amici che seguono il blog.
 Gruppo Facebook Esperienze Casalingo Brassicole | HOMEBREWING CONDOR
Infine, come dimenticare la seconda intervista uscita sul Giornale della Birra, realizzata da Giovanni Messineo.

Intervista del 22 Ottobre 2018, sul Giornale della Birra
Chiudo questo post dicendo che se mi guardo indietro sono felice. Sono passati molti anni da quel gennaio del 2014, ma ancora percepisco di non essere cambiato molto. Sono ancora quella stessa persona che non si ferma mai, mi ritrovo continuamente dietro ad un’infinità di progetti, cosa non scontata dopo tutto questo tempo. L'obiettivo rimane quello di scrivere ciò che sono le mie esperienze, giuste o sbagliate che siano, senza pretendere di insegnare nulla a nessuno. Sperando che la teoria possa essere solo un modello da applicare alla pratica e non un ossessione. La propria esperienza si sviluppa continuamente, tra sbagli, imprecisioni e magari successi, senza troppa teoria ma con la dovuta pratica. A presto amici e buona birra!!!

domenica 4 agosto 2019

Fermentazioni tramite Kveik su legno (Kveikstokk)

.Produzione.
Parte della rubrica Farmhouse Ale
La mia esperienza con il Kveikstokk
"I'm really happy to hear you want to spread the knowledge
 about true farmhouse ale"
Lars Marius Garshol, in un suo messaggio.


Kveikstokk a 16 ore dall'inoculo
Difficilmente in italia si ha a che fare con la parola Kveikstokk, dal norvegese letteralmente bastone/tronco del lievito. Non solo, anche l'utilizzo di questo strumento risulta del tutto sconosciuto agli occhi dei tanti HB della penisola. Si tratta di un pezzo di legno, utilizzato per conservare il Kveik nel tempo.

Il mio Kveikstokk 
Prima che la gente capisse l'importanza del lievito, storicamente viene riportato che il mosto freddo veniva mescolato con lo stesso bastone di legno, conferendo un risultato migliore alla birra finita. 

In questi anni ho avuto modo di occuparmi delle varie tecniche di conservazione del lievito, sono arrivato tranquillamente ad ottenere buoni risultati anche con il congelamento (se vuoi saperne di più clicca qui). Mentre i norvegesi hanno trovato altrettanti modi per conservare i propri lieviti, ma mai avrei pensato all'essiccazione su pezzi di legno.
Anello di kveik


Diversamente dai lieviti commerciali i Kveik (per saperne di più clicca qui) sono stati storicamente tramandati di generazione in generazione, nella forma essiccata. Questo risulta uno dei motivi per cui questi particolari lieviti riescono a tollerare l'essiccazione. Le persone hanno sempre asciugato il loro lievito, pertanto quest'ultimo non ha mai perso la capacità di gestire il processo d'essiccazione, diversamente dai lieviti di birra moderni.

Kveikstokk impregnato di Kveik
Molto probabilmente il Kveikstokk è la soluzione più tradizionale e naturale, per conservare il lievito. Il legno con una buona capacità assorbente, risulta un ottimo condominio per i microrganismi, il quale presenta molti angoli dove può annidarsi il lievito. Nello specifico viene utilizzato un pezzo di legno, possibilmente nodoso, al quale vengono realizzate delle fessure (esistono di diverse forme). Ottenuto il Kveikstokk viene bollito e a temperatura ambiente immerso nel kveik liquido. Una volta raccolto il lievito, lo stesso kveikstokk può essere appeso tramite un pezzo di spago (precedentemente sterilizzato) in un luogo arioso per asciugare. Si racconta che potrebbe essere lasciato in queste condizioni per molti anni, prima di essere riutilizzato.

Kveikstokk di un anno
La mia diretta vicinanza verso la produzione di birre Norwegian Farmhouse Ale, mi ha permesso di verificare personalmente questa tradizionale tecnica di conservazione. Ho sviluppato il tutto tramite un piccolo blocco di legno (ontano), inciso con molti fori mediante un trapano. Completato con angoli e rifiniture, ho successivamente bollito il kveikstokk, in un pentolino con acqua. Dopo il raffreddamento ho immerso il tutto nel lievito liquido, #15 Nornes Voss, per poi appenderlo ad asciugare.

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🍏 Sidro con Kveik
tramite Kveikstokk di un mese
Scusate il bicchiere di plastica
Sidro ottenuto proprio dalla coltura kveik, presente sul mio Kveikstokk. Dopo circa quattro settimane dall'immersione e asciugatura  del kveikstokk, ho voluto provare l'efficacia della conservazione in un sidro di mele. 

MELE 
58% Golden Delicious
25% Cripps Pink 
17% Granny Smith
Ho recuperato il succo con estrattore e successivo filtraggio, ho versato il tutto nel fermentatore evitando volutamente di ossigenare il succo (ritenendo sufficiente l'attività dell'estrattore).

LIEVITO
Kveik #15 Nornes Voss
Prima di chiudere il coperchio ho portato la temperatura dell'estratto di mele a 36°C, per poi inoculare il kveikstokk. Il lievito Nornes Voss è una coltura mista di 5 differenti ceppi di Saccharomyces cerevisiae. Da tradizione viene utilizzato nella produzione di Norwegian Farmhouse Ale. Questo lievito è in  grado di fermentazioni molto veloci, con un ampio intervallo di temperature e pochi cambiamenti del profilo aromatico. Utilizzato a temperature relativamente basse perde la sua velocità fermentativa e può risultare fuorviante. Dunque, non abbiate paura di alzare la temperatura di fermentazione, i Kveik sono lieviti differenti dai classici ceppi di Saccharomyces. Il Voss Nornes viene solitamente inoculato a 36 °C, ma durante il processo fermentativo  la temperatura risulta essere ancora più alta. Nonostante le alte temperature di fermentazione, le birre non presentano aspetti fenolici e sono in grado di produrre una buona attenuazione e flocculenza. Questo kveik produce un profilo di buccia d'arancia e spezie natalizie, simili al #1 Sigmund Gjernes Voss. Da 33°C a 38°C potrebbe risultare il range di temperatura ideale.

FERMENTAZIONE
E' indispensabile usare sempre nutrienti perchè i kveik fanno difficoltà ad ottenere i giusti nutrienti di cui hanno bisogno. L'inizio della fermentazione non è stato propriamente velocissimo, più di 36 ore circa, anche se in realtà la fermentazione si è conclusa dopo solo 5 giorni. Non ho notato particolari differenze dal kveik originario, segno evidente che il processo fermentativo tramite kveikstokk ha funzionato alla grande. A fine fermentazione ho previsto una winterizzazione e un successivo imbottigliamento con un nuovo kveik (#15 Nornes Voss).

🍏 Sidro
Dopo circa 3 mesi dall'imbottigliamento l'evoluzione del sidro è stata notevole. Il sidro si presentava limpido e di colore giallo paglierino, dal gusto secco e poco frizzante. Il gusto aromatico è fine e persistente, con un delicato e sorprendente profumo dai sentori fruttati che richiama proprio il profumo delle mele. La Curiosità: questo stesso sidro è stato portato lo scorso anno all'EXPO 2018 (della Brasseria Veneta), durante il laboratorio sui Kveik e Gruyt in compagnia del grande Paolo Erne. 
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Kveikstokk - Un anno dopo
esperienza unica
a 3 ore dall'inoculo
A distanza di un anno, avevo quasi del tutto dimenticato il Kveikstokk. Un particolare oggetto misterioso, che dopo il processo essiccativo ho conservato in un sacchetto da congelatore, a temperatura ambiente. In una delle tante discussioni su facebook, Dan Pixley (amministratore del gruppo Milk The Funk) mi ha chiesto un'aggiornamento sulle mie esperienze in merito al Kveikstokk. Di conseguenza, ho voluto provare l'efficacia della conservazione su Kveikstokk, a distanza di un lungo anno. Questi lieviti sono in grado di fermentare in tempi rapidissimi, generalmente già dopo pochi minuti dall'inoculo si può chiaramente notare l'inizio dell'attività fermentativa. Una giusta fermentazione con i Kveik viene favorita dall'underpitch, livelli molto bassi fanno emergere notevolmente il carattere del lievito. Nel mio caso, trattandosi di una conservazione lunga e soprattutto su legno, ho deciso di procedere con uno starter di un litro con OG 1050 (una densità più alta rispetto ai classici starter) e l'inoculo a 36 °C. Sorprendentemente, dopo solo 16 ore dall'inoculo, il kvaik ha iniziato a sprigionare tutta la sua irruenza fermentativa. Questi lieviti sanno sempre come lasciarti senza parole.

a 12 ore dall'inoculo
a 15 ore dall'inoculo
a 16 ore dall'inoculo
Osservazione al microscopio 


Durante l'osservazione al microscopio non ho notato contaminazioni esterne, segno che il processo essiccativo risulta essere limitativo per possibili infezioni esterne. Successivamente ho programmato di usare questo stesso kveik per la produzione di una Saison Farmhouse Ale.

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Saison con Kveik
tramite Kveikstokk di un anno

Ho scelto di provare questo kveik in una birra semplice e contadina, fermentata in tempo di record. Vi riporto di seguito la ricetta.

ACQUA
Acqua moderatamente dura

FERMENTABILI
Malto Pale 95%
Frumento 5%

AMMOSTAMENTO
Mash-in a 55 °C
Protein rest a 55 °C per 10 min.
β-Amilasi a 62  °C per 30 min.
α-Amilasi a 69  °C fino a conversione
Mash out a 74  °C

LUPPOLO
IBU 20
Northern Brewer (in amaro e aroma) 
Hersbrucker (in aroma)

BOIL
60 minuti

LIEVITO
Kveik #15 Nornes Voss
Vedi la descrizione sopra.

FERMENTAZIONE
E' indispensabile usare sempre nutrienti perchè i kveik fanno difficoltà ad ottenere i giusti nutrienti di cui hanno bisogno. Processo fermentativo velocissimo, solo 3 giorni. Non ho notato particolari differenze dal kveik originario, segno evidente che il processo fermentativo tramite kveikstokk ha funzionato nonostante il lungo tempo di conservazione. Attenuazione 78%

Saison
Dall'imbottigliamento sono passati solo tre giorni e la birra sembra già bella e carbonata, anche se ritengo possibile un'evoluzione migliore con il tempo. Per una valutazione più dettagliata mi riservo ulteriore tempo, nonostante la buona riuscita dell'esperimento. 
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Questo post è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.