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martedì 6 agosto 2019

Un piacevole sguardo al passato

Ovunque tu possa arrivare,
non dimenticare mai da dove sei partito.

Devi sapere che la macchina non sarà più la stessa una volta partito,
 l'homebrewing è anche questo!
Il 2019 era partito a rilento con le mie esperienze casalingo brassicole, d'altronde anche il 2018 era finito su questa  falsariga. Ho percorso tantissime fasi in questo fantastico mondo dell'homebrewing, dalle molteplici ore dedicate allo studio a quelle dovute alle produzioni. Eppure, sono bastate una serie di novità e progetti, per animare nuovamente il mio spirito brassicolo.

Sono passati molti anni da quel mese di gennaio del 2014,  anno in cui ho iniziato la mia avventura come birraio casalingo. Come tanti altri homebrewers ho iniziato questo percorso dai classici malti luppolati, dopo un bizzarro sogno premonitore di mio nonno.

Al compleanno di mio nonno, tra le braccia di mia nonna.
"Un aspetto tipico di mio nonno era quello di offrire ai propri ospiti il Biancosarti. Un liquore dolce prodotto tramite distillazione di erbe, spezie e fiori, con un sapore caratterizzato dalla forte presenza di cortecce e radici. Stranamente quella notte, durante il sogno, avrebbe voluto offrirmi una birra. Birra che non riusci a trovare, ma che cercava con fermezza di farmela provare. Al mattino, poco prima di arrivare a lavoro, aprendo il cellulare su internet mi apparve la scritta: come fare la birra in casa. Un segno del destino o semplice suggestione? Non saprei, ma sta di fatto che alle ore 17 dello stesso giorno, avevo già acquistato il kit di malto luppolato e il resto del materiale."

Per quasi tutto il primo anno, ho continuato a produrre la mia birra solo con i malti luppolati, senza provare mai particolare entusiasmo. Una perdita di tempo, scusate la franchezza. La cosa che ha cambiato realmente il mio interesse è stata la scoperta del metodo All Grain. Da quel preciso momento non mi sono più fermato, tutti i dubbi e le incertezze erano solo ricordi.


"Nelle vicinanze del mio paese, eravamo due o tre a produrre birra in casa. I nostri incontri avevano assunto le dimensioni di una vera e propria associazione clandestina. Le nostre case avevano ormai il fascino di una distilleria d'alcool degli anni '20 e '30, nel pieno del Proibizionismo americano."

Quella crescente passione mi condizionò a tal punto da promuove la cultura birraria anche sul mio territorio, all'epoca quasi del tutto assente. Nel gennaio del 2015, in modo del tutto spontaneo nasceva il progetto Homebrewing Condor, con l'idea di promuovere la birra di qualità, il consumo consapevole e la produzione casalinga di birra.  Il tutto accompagnato dallo scambio di informazioni, perchè l'homebrewing è questo.

"Promuovere l'idea di bere la propria birra o quella di qualità, non è una tendenza patologica all'abuso di bevande alcoliche. Più conosci la birra e più consapevolezza hai quando bevi. Homebrewing Condor non rappresenta l'esibizionismo del tasso alcolemico. Sono altre le realtà e i comportamenti che contribuiscono a rendere la birra un pericolo. Solo attraverso una buona educazione, la conoscenza e la consapevolezza, si possono evitare gli eccessi. Proprio per questo ritengo l'homebrewing un hobby educativo, che favorisce la crescita e una consapevolezza maggiore sul consumo di alcol."


L'homebrewing è aggregazione e convivialità!
Con la nascita del progetto Homebrewing Condor ho avuto modo di relazionarmi con tantissime persone, le quali mi hanno regalato qualcosa di personale che nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi nell'homebrewing.

"Reputo l’homebrewing una vera e propria arte, la quale richiede passione e impegno. La competenza è un aspetto importante, ma come in tutte le cose della vita aumenta con lo studio e le varie esperienze."

CondorLAB
Ho conosciuto homebrewers  a cui bastava seguire le indicazioni dei semplici kit luppolati, mentre altri realizzavano le proprie ricette nel tentativo di produrre birre sempre migliori. E infine, ho trovato quelli come me, in continua evoluzione personale con piccoli laboratori casalinghi. Il mio CondorLAB è stato principalmente utile per testare la capacità delle diverse pratiche di conservazione dei lieviti e per l'isolamento dei microrganismi, mediante terreni selettivi.

Fermentazione Spontanea in botte di Rovere
Il costante impegno mi portò presto ad isolare un lievito autoctono, a produrre interessanti birre Sour e il Sahti (un vecchio stile di birra  finlandese), a coltivare il luppolo e addirittura a maltare l'orzo.

Coni del mio luppoleto
Un periodo nel quale il blog veniva aggiornato regolarmente e sempre più persone ebbero modo di conoscere le mie tante idee e progetti. Nel frattempo, il 2 ottobre del 2017 sul Giornale della Birra comparve una mia intervista rilasciata a Luciano Galea. In quel caso parlavo già del mio interesse nell'utilizzare le botti, di realizzare una fermentazione spontanea e una birra affumicata della Norvegia, chiamata Stjørdalsøl.

Intervista del 2 ottobre 2017, sul Giornale della Birra
Detto questo, mi piace ricordare un post che scrissi il 16 novembre del 2016 (questo stesso post è attualmente visibile su un noto forum sull'homebrewing), dove avvertii un profondo disinteresse verso i lieviti kveik. Una parola del tutto sconosciuta quella con cui venivano indicati questi particolari lieviti norvegesi.

La mancanza di conoscenza può essere un valore o un limite per ogni interesse.
Tuttavia, quel messaggio ha cambiato il mio percorso da homebrewers. Inizialmente decisi di utilizzare quello stesso ceppo singolo (all'epoca era l'unico lievito kveik in commercio, ceppo isolato dalla coltura mista #1 Sigmund's Gjernes Voss), ma la sete di conoscenza era insaziabile per non provare gli autentici kveik a coltura mista. La fortuna ha voluto che diverso tempo prima mi ero imbattuto in alcuni stili di birre del tutto abbandonati, tipo la già citata Stjørdalsøl. Trovare le giuste informazioni su quelle particolari birre non era propriamente semplice.

Gårdsøl det norske ølet di Lars Marius Garshol
Nel cercare di restare fedele alle produzioni storiche, ho addirittura scritto e chiesto consiglio a produttori locali e all'ormai popolare Lars Marius Garshol. Persone di una disponibilità unica e di una semplicità disarmante, che mi hanno dato la possibilità di prendere parte a vari gruppi di discussione a tema. Inoltre, ho scoperto di avere addirittura molti amici in Norvegia, disposti ad inviarmi il proprio kveik senza chiedermi mai nulla in cambio. 

L'Amico Ivar A. Geithung, della città di Voss (Norvegia)
Tramite questi stessi rapporti di amicizia, il mio percorso tra le birre nordiche e i kveik è risultato piacevole, costruttivo, ma soprattutto contagioso. Dunque, l'amore per questi particolari lieviti è stato inevitabile, a tal punto da provare ogni tipo di fermentazione e relativo metodo di conservazione (tradizionale).

Råøl, un vecchio stile di birra Norvegese
Prima che la gente capisse l'importanza del lievito, storicamente il mosto freddo veniva mescolato con lo stesso bastone di legno, conferendo un risultato migliore alla birra finita. Ho realizzato addirittura una fermentazione tramite Kveikstokk, un pezzo di legno utilizzato per la conservazione del lievito di fattoria (riutilizzato anche a distanza di un anno, per saperne di più clicca qui). Esperimento che mi ha dato modo di essere menzionato sul sito di Milk The Funk, nell'apposita sezione sui kveik.

Citazione con relative foto, sul sito di Milk The Funk
Questa citazione mi è valsa una discreta visibilità, soprattutto all'estero con dati incredibili fatti registrare dal blog e dalla pagina Facebook. Conferma della buona strada che avevo intrapreso, nel diffondere le mie esperienze casalingo brassicole.

Anticipazioni su Facebook
Questa mia continua esperienza con i lieviti norvegesi, inoltre mi ha dato l'opportunità di prendere parte all'Expo della Brasseria Veneta, grazie all'invito di Paolo Erne e del presidente Antonio Di Gilio. Evento che si è svolto domenica 23 settembre 2018, con un laboratorio didattico sui Kveik Gruyt, dove ho raccontato tutte le mie conoscenze acquisite sui kveik.

Durante il laboratorio didattico su Kveik e Gruyt
Nell'occasione percepivo chiaramente il grande interesse che suscitavano i kveik, anche qui in Italia. Ricordo con estremo piacere le innumerevoli iscrizioni al mio gruppo Facebook "Esperienze Casalingo Brassicole | HOMEBREWING CONDOR", creato poco tempo prima. Un gruppo chiuso in cui potersi riunire e confrontarsi, sulle proprie esperienze casalingo brassicole, liberi di esprimere la propria opinione nel rispetto degli altri. Uno spazio dedicato a tutti gli amici che seguono il blog.
 Gruppo Facebook Esperienze Casalingo Brassicole | HOMEBREWING CONDOR
Infine, come dimenticare la seconda intervista uscita sul Giornale della Birra, realizzata da Giovanni Messineo.

Intervista del 22 Ottobre 2018, sul Giornale della Birra
Chiudo questo post dicendo che se mi guardo indietro sono felice. Sono passati molti anni da quel gennaio del 2014, ma ancora percepisco di non essere cambiato molto. Sono ancora quella stessa persona che non si ferma mai, mi ritrovo continuamente dietro ad un’infinità di progetti, cosa non scontata dopo tutto questo tempo. L'obiettivo rimane quello di scrivere ciò che sono le mie esperienze, giuste o sbagliate che siano, senza pretendere di insegnare nulla a nessuno. Sperando che la teoria possa essere solo un modello da applicare alla pratica e non un ossessione. La propria esperienza si sviluppa continuamente, tra sbagli, imprecisioni e magari successi, senza troppa teoria ma con la dovuta pratica. A presto amici e buona birra!!!

giovedì 27 giugno 2019

Kveik Condor

Parte della rubrica Farmhouse Ale
Condor
Proprietario Antonio Golia
Provenienza Stordal e Hornindal (Norvegia)
CondorLAB 01

Il mio personale kveik Condor è una miscela di ceppi Saccharomyces cerevisiae che esalta il luppolo, producendo un intenso sapore morbido di caramello e aromi tropicali (note di ananas fresco, mango e mandarino). Generalmente l’inoculo di questa coltura mista avviene a 28 °C, mentre tra le 24 e le 30 ore può essere raccolto in superficie. La fermentazione dura solitamente 3 giorni. Questo kveik può avere una relazione insolita con il luppolo bollito, tende ad amplificare l'amarezza. Bisognerebbe evitare valori di IBU sopra i 10. Una fermentazione a temperatura più alta aumenta il profilo aromatico e la velocità di fermentazione.

Si tratta dell'unione di due differenti colture miste di kveik


Kveik
Specie Saccharomyces cerevisiae
Inoculo 28°C
Temperatura di utilizzo 28°C (acidificazione)
Temperatura con i batteri inibiti 30°C a 35°C
Temperatura massima di crescita 42°C
Tolleranza all'alcol  circa 16%
Attenuazione 78%
Batteri
Flocculazione medio/alta
Non Fenolico 
Raccogliere il lievito in superficie
Raccogliere a 28/30 ore dall'inoculo
Può essere sottoposto al processo di essiccamento

Usare la coltura Condor Kveik
Questa coltura è utilizzata in diverse produzioni, per altrettanti svariati stili (per saperne di più clicca qui)

Breve storia della provenienza del Condor Kveik
La base di questo kveik proviene originariamente dalla fattoria di Olav Sverre Gausemel ( coltura kveik #18). Negli anni '90, il kveik venne consegnato a Terje Raftevold, è non fu più mescolato ad altri differenti kveik (coltura mista #5). Mentre la restante parte, usata per il mescolamento dei kveik, proviene da Jens Aage Øvrebust, raccolto da William Holden (coltura mista  #9).


I miei lieviti Farmhouse 
#1 Sigmund Gjernes Voss Kveik (clicca qui)
#2 Rivenes Kveik (clicca qui)
#5 Hornindal Kveik (clicca qui)
#9 Ebbegarden Stordal Kveik (clicca qui)
#15 Nornes Voss Kveik (clicca qui)

#16 Julius Simonaitis  Farmhouse (clicca qui)
#38 Aurland Wild (clicca qui)

O1 Condor Kveik (clicca qui)

Esperienze Condivise
Stefano Mariani e il Kveik Condor (clicca qui)

Questo post è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.

domenica 21 ottobre 2018

Miscela Frigorifera

La scienza applicata alla birrificazione


Difficilmente avete avuto modo di vedere un composto realizzato in casa, lasciato a temperatura ambiente di 22 °C, arrivare oltre i -15 °C.  Tranquilli, non si tratta di un evento magico ma di una più semplice reazione chimico-fisica.
Questa reazione può essere applicata alla birrificazione, durante la fase di raffreddamento del mosto, accorciando notevolmente i tempi. Personalmente utilizzo questa reazione nel mio Box Serpentina (per saperne di più, clicca qui), uno strumento semplice e facile da costruire, migliorando la mia tecniche di raffreddamento del mosto.

Per Miscele frigorifere si intende una miscela di sostanze, con un punto di fusione più basso di quello delle singole sostanze che la compongono. Viene utilizzata per mantenere bassi valori di temperatura, senza ricorrere all'utilizzo di macchine frigorifere. Se ho capito bene in poche parole, a temperatura ambiente, quando viene mescolato del ghiaccio con del sale (nel nostro caso cloruro di sodio, NaCl), con pressione atmosferica costante. Si forma  un sistema di due fasi solide (ghiaccio e sale) e una liquida (è la soluzione che si forma dal sale discioltosi nella quantità di acqua presente). La coesione delle tre fasi, non può avvenire contemporaneamente, per essere il sistema in equilibrio perchè dovrebbe essere costituito da una fase liquida omogenea (acqua contenente ioni del sale). Dunque, il sistema comincia a trovare il modo di raggiungerlo l'equilibrio e comincia a formare una fase liquida, con il ghiaccio che fonde sciogliendo il sale. Questa fusione richiede calore, che preso dall'ambiente  circostante, porta ad un'abbassamento della temperatura. La fusione continua a fondersi fino all'equilibrio delle tre fasi, che avviene a -21,3 °C.


Sostanze:
- Sale 23%
- Ghiaccio 47%
- Ghiaccio tritato 30%

Considerazioni
Prima di miscelare le sostanze è importante sapere che una parte di ghiaccio andrebbe tritata, per favorire l'equilibrio del sistema, per il rilascio di acqua.. Diversamente i tempo potrebbero essere prolungati fino ad arrivare ad un naturale equilibrio della miscela.

Prova di Miscela Frigorifera 
Sale
Ghiaccio con una parte tritata per ottenere l'indispensabile equilibrio della miscela
Temperatura di 0,8 °C in presenza di solo Ghiaccio
Temperatura in  diminuisce fino a 15,9 °C

Questo post è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.