martedì 16 ottobre 2018

Sour Italian Grape (la mia prima volta)

"La ricompensa di una cosa ben fatta è averla fatta."
Ralph Waldo Emerson


Eccomi qui a scrivere sulla mia primissima Sour Italian Grape, dalla storia molto curiosa. Questa produzione non era altro che una semplice prova di curiosità, che non ho neanche riportato sul blog, ma stranamente il risultato finale ha superato ogni più rosea aspettativa. Dunque, non potevo evitare questa condivisione.

Eppure, fino al settembre del 2016, non avevo la più pallida idea di come venisse prodotto il vino, nonostante le molte produzioni dei miei familiari, figuriamoci delle Italian Grape Ale. L'unione tra cultura vinicola e quella brassicola non era proprio nelle mie corde, sebbene l'utilizzo dell'uva nella birrificazione contribuiva a creare un prodotto completamente nuovo. A quei tempi non riuscivo proprio a capire l'utilità di questo stile, se proprio volevo bere una birra troppo alcolica al vino, preferivo andare direttamente sul vino, senza farmi troppi problemi. Inoltre, le troppe possibilità di sperimentazione racchiuse in un unico stile, rendevano il tutto ancora più incomprensibile per la mia persona.

La scintilla che ha smosso il mio rigido pensiero è stata quella di trovare indicazioni sull'utilizzo dell'uva, nel libro "Le birre del Belgio III: Degustare e produrre Lambic, Oud Bruin e Flemish Red" di Jeff Sparrow. La curiosità verso il mondo delle birre sour era  cosi forte da valutare un progetto di prova con l'aggiunta di mosto d'uva. Allora, anche per me arrivò il tempo di provare la mia personale versione/visione dello stile Italian Grape Ale.

Progettare
Sour Italian Grape
Dopo aver capito come meglio rapportarmi personalmente verso questo stile, dove le possibilità  produttive sono veramente tantissime, dal mosto di vino fresco a quello cotto, dalle vinacce alle botti. Senza dimenticare che l'uva può essere utilizzata in diverse fasi, boil, fermentazione primaria e secondaria. Generalmente le Italian Grape Ale risultano caratterizzate da diverse varietà di uva, senza sopraffare gli altri aromi.

Punto della Situazione
Prima ancora di preoccuparmi di recuperare il mosto di vino, il pensiero è stato rivolto alla base della birra. Solo successivamente ho recuperato del mosto d'uva, da un caro amico, che successivamente ho lasciato in congelatore in modo da concedermi  il giusto tempo per programmare l'intero progetto, nel modo migliore. 

Progetto
L'idea è stata quella di fare una cotta abbastanza semplice, con un turbid mash e del luppolo invecchiato in forno (non avevo ancora luppolo invecchiato in modo naturale). In fase di bollitura avevo previsto 90 minuti. Mentre solo dopo 14 lunghi mesi di fermentazione,  avevo programmato la prima aggiunta del mosto d'uva, con la successiva dopo altri 3 mesi. Diciamo che ho preferisco una strada poco conservativa e molto più rustica, lasciando campo libero al tempo, lieviti e batteri.

FERMENTABILI
83% Pale
8% Frumento
7% Monaco
2% Melanoidin


AMMOSTAMENTO
Turbid Mash

BOIL
90 minuti

LIEVITO
Roeselare Ale Blend (n°3763), produce una birra con complessi profili erbacei e un'acidità caratteristica. Per sviluppare un profilo aromatico/acido completo, sono necessaria almeno 18 mesi di maturazione. Nonostante ciò non tende a produrre una grande quantità di acidità, ideale per quello che desidero.

Inizio fermentazione
FERMENTAZIONE
14 mesi
Travaso previsto dopo circa 10 giorni, dall'inoculo, nonostante la presenza di Brettanomyces che favoriscono la metabolizzazione dei nutrienti presenti nel lievito in autolisi. Teoricamente dopo un'intera fase di fermentazione, con lo stesso fermentatore, i Brettanomyces si nutrono proprio di queste cellule (quando non sono più presenti destrine) formando dei sottoprodotti. Ma in  questa fermentazione il ruolo dei Brettanomyces non è di primaria importanza, come per le produzioni di Lambic. Dunque ho deciso di fare ugualmente il travaso senza rinunciare al loro apporto. I Brettanomyces possono crescere e formare sottoprodotti anche senza lievito in autolisi, ma in maniera meno incisiva.

Base Sour Italian Grape a 7 mesi dall'inoculo
FERMENTAZIONE
(prima aggiunta di frutta)
1 litri di Mosto d'uva Nero d'Avola  (su 25 litri).

3 mesi dopo
(seconda aggiunta di frutta)
1 litri di Mosto d'uva Nero d'Avola.
L'uva favorisce la formazione di acidi (fermentazione malolattica). L'utilizzo di batteri (produttori di acido lattico) insieme a questo stesso frutto potrebbe rendere il prodotto finito aspro.

LUPPOLO
Misto (invecchiato in forno).


Il giudizio nel ricordo di un amico: una birra dal carattere molto equilibrato, con note di frutti rossi, amarena e uvetta. Dal finale carattere erbaceo che ricorda leggermente il sambuco. Se non sbaglio c'era del lattico ben gestito che non era troppo aspro/frutta acerba e qualche nota di cuioio.

Questo post è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.

2 commenti:

  1. Bravo! - Quindi hai messo il mosto congelato così come era senza bollirlo. Ma anche con le bucce?

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    1. Grazie Giampiero. Certo, non ho fatto bollire il mosto d'uva, utilizzando solo la parte del succo ma le bucce non li reputo comunque un problema. Per questioni di spazio, all'interno del congelatore, è preferibile conservare il solo succo.

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