giovedì 15 marzo 2018

Come coltivare il luppolo

Parte della rubrica Coltivare il Luppolo

Coltivare il luppolo in Calabria non sarebbe certo una cosa tradizionale, difficilmente possiamo trovarlo nelle campagne. Una piccola piantagione sarebbe qualcosa di singolare che potrebbe catturare anche l'interesse delle persone, oltre al semplice uso personale. Un'aspetto che mi ha spinto proprio verso la coltivazione diretta.

"Dal momento che sono molto facili da coltivare, dovrebbero essere in ogni giardino; ogni proprietario terriero dovrebbe dedicarvi una piccola area, abbastanza grande da avere, in una buona annata, luppolo a sufficienza per la sua produzione casalinga di birra."
Johannes Gottfried Hahn

Questa pianta risulta molto facile da coltivare e la cura non deve neanche essere troppa. Con le giuste accortezze si possono ottenere ottimi risultati nei raccolti.

INFORMAZIONI
Humulus lupulus
Il luppolo è una pianta angiosperma (sono quelle piante più evolute, con fiore vero e con seme protetto), erbacea perenne, latifoglia e caducifoglia, appartenente alla famiglia delle Cannabaceae. Presenta un rizoma ramificato con fusti rampicanti, i quali possono raggiungere la lunghezza di 9 m. Le foglie sono provviste di 3/5 lobi seghettati, la parte superiore risulta ruvida mentre quella inferiore è resinosa. Si tratta di una specie dioica, piante separate di luppoli maschili e femminili, per la produzione di birra risulta importante solo quest'ultima. Le piante femminili producono la luppolina, tramite la formazione di coni squamosi (circa 2,5 cm).

LUPPOLINA
Di che cosa si tratta?
E' una polvere di colore giallo, che può andare sull'arancio o rossastro, conosciuta anche come farina di luppolo. I coni sono carichi di luppolina, dal sapore aromatico molto amaro, costituita principalmente di oli essenziali e resine amare che caratterizzano la birra. Questa polvere può essere prelevata tramite strofinamento o battitura.


PROCURARSI IL LUPPOLO
Piantina, Rizoma o Talea
Il primo passo verso la coltivazione è quello di scegliere come meglio iniziare l'intero progetto. Esistono tre diverse opportunità per ottenere il vostro personale luppolo, acquistando direttamente  piantine o ripiegando su rizomi o talee. Giusto o sbagliato che sia, io ho preferito iniziare direttamente dalle piantine mentre diversi amici hanno preferito i rizomi. La scelta della talea la reputo una prova e una sfida interessante ma sicuramente successiva ai primi approcci di coltivazione. Utilizzare direttamente una piantina sarà sicuramente più costoso ma questo approccio faciliterà la coltivazione, diminuendo qualche rischio di troppo. Il luppolo in rizoma può essere più rischioso da usare, per possibili malattie o contaminazioni da virus (dovute anche al contatto con parti meccaniche). Inoltre gli stessi rizomi, oltre ad essere uno scarto della lavorazione primaverile del luppoleto, potrebbero non essere garanzia nella varietà di luppolo che vogliamo. Esistono moltissime varietà di luppolo e bastano due piante troppo vicine per non avere la certezza della varietà dei rizomi. Cosa diversa per le piante prodotte da talea e da vitro, con madri controllate.

PIANTINE
Controllo e Conservazione
All'aspetto le gemme possono essere visibili o meno, il tutto non è un problema, perchè esistono varietà di luppolo che non presentano gemme superficiali. Durante il riposo invernale è preferibile tenere le piantine nei vasi e non piantarle nel terreno, è sconsigliato trapiantare questo tipo di pianta in un terreno ghiacciato o troppo bagnato. Dunque, sarebbe opportuno conservare i vasi all'esterno fino a -10/15°C, anche se al riparo dalla pioggia. E' comunque importante mantenere idratate le piantine, per non sbagliare questa fase, ci si può attenere alle indicazioni rilasciate dal venditore (nel mio caso, il vaso di una piantina doveva avere un peso tra i 400 e gli 800 gr, dove 500 gr risultava il giusto compromesso).

RIZOMA
Controllo, Conservazione e Piantatura
Il controllo e la conservazione, di un rizoma, è molto importante prima di utilizzarlo nella piantatura. All'aspetto può avere radichette e nuovi germogli bianchi. Naturalmente non deve essere dall'aspetto malato o morto, inoltre non deve presentare secchezza o avvizzimento. La consistenza deve risultare dura al tatto e non si deve comprimere in modo facile. Non deve presentare zone morbide. Durante la pre-piantatura il rizoma deve essere conservato in della segatura umida o avvolto in un giornale, mentre viene conservato in un luogo freddo e umido. Quando è tempo di utilizzare il rizoma, andrebbe piantato orizzontalmente, con i getti bianchi verso l'alto, alla profondità di 5 cm circa.

LUPPOLETO
Tradizionalmente collina di luppolo
Solitamente il luppolo viene coltivato su collinette distanti 90 cm, in un luogo assolato e con una buona circolazione di aria.

Fasi di crescita
a. Dormienza
b. Ricrescita primaverile
c. Crescita vegetativa
d. Crescita riproduttiva
e. Formazione di coni
f. Preparazione alla dormienza

SITO IDEALE
Esamina del terreno
Trovare la posizione migliore per una tranquilla crescita dei luppoli è indispensabile ma prima  evitate con attenzione possibili tubi dell'irrigazione (le radici potrebbero rovinare i tubi), detto questo possiamo passare alle caratteristiche ideali. Piantare il luppolo in un terreno che presenta acqua stagnante, non è proprio la scelta migliore. Queste piante, nella stagione vegetativa richiedono diversa acqua, anche se bisogna fare attenzione a non bagnare le piante e a non fare ristagnare le radici. L'esposizione deve essere a sud, per ottenere il pieno sole (minimo 6/8 ore di sole al giorno).
Il sito deve avere un adeguato ricircolo dell'aria, per prevenire malattie e parassiti, ma al riparo da possibili venti forti. Nel caso di terra troppo argillosa è utile unire sabbia e ghiaia, per alleggerire la massa e aumentare il drenaggio. Cosi facendo si possono evitare diverse malattie, difficilmente controllabili. In tutto questo anche il pH del terreno è determinante, proprio per questo, bisogna garantire il più possibile un valore di pH ideale (compreso tra 6 e 7,5).

Verificare il pH
Misurare il pH del terreno non è proprio come misurare quello del mash, nella produzione della birra. Generalmente il pH indica l’acidità o la basicità di una sostanza, e su questo ci siamo. Però nel nostro caso specifico può essere un punto critico, visto che alcune piante non riescono a ricevere i giusti nutrienti  dal terreno, con un pH troppo alto o troppo basso.


La misurazione del pH del terreno può essere effettuata con più o meno accuratezza. Personalmente, in base alla mia strumentazione, non ho optato per il metodo più economico (con la cartina tornasole) e neanche per quello più costoso. Dunque ho fatto di necessità virtù.


MATERIALE UTILIZZATO
a. Campione terreno
b. Acqua deionizzata
c. Bottiglie
d. Bacchetta
e. Carta filtro
f. pHmetro digital.
g. Bicchieri


In una bottiglia di plastica, precedentemente tagliata, ho mescolato un bicchiere del campione di terreno con due bicchieri e mezzo di acqua deionizzata. Per 5 minuti ho agitato in modo scrupoloso. Successivamente ho filtrato il tutto con una garza. Una volta ottenuto il liquido filtrato ho potuto verificare la corretta misura di ph, con il mio pHmetro. Nel mio caso, ho ottenuto un ph 7,5 e il valore rientra nella fascia ottimale per la coltivazione di luppolo. Ciò nonostante vorrei cercare comunque di abbassare il ph, con metodi del tutto naturali. Dunque, per diminuire questo valore acidificando il terreno, si possono usare i fondi di caffè, il succo di arancia o il limone. Anche se la soluzione migliora, in funzione della crescita del luppolo, ritengo possa essere l'utilizzo continuo di letame e materia organica. Solo a pH abbassato è possibile stabilizzare il terreno con l'aggiunta di lupino macinato.

Importante
L'acqua usata per irrigare le piante potrebbe essere fortemente calcarea e alzare il pH del terreno, rendendo vani gli sforzi per acidificarlo. La soluzione allo scopo sarebbe quella di usare acqua piovana.

PREPARARE IL TERRENO
Rimboccarsi le maniche
Generalmente il luppolo può crescere in qualsiasi condizione e suolo ma migliorare le condizioni del terreno aiuta notevolmente. La terra dovrebbe essere profonda, grassa, pesante e con un ottimo drenaggio. Dunque la preparazione del terreno, passa inizialmente dalla buca e la sua profondità (da 50 cm sarebbe ottima). Fatelo con mezzi meccanici perchè io ho dovuto fare tutto  in modo manuale, la sera ero sfinito. Nel disegno qui sotto, è riportata l'intera buca con i vari strati che ho personalmente realizzato. Dopo la realizzazione delle buche profonde, bisogna assicurarsi un discreto drenaggio con l'aggiunta di sabbia sul fondo. Nello strato successivo bisogna mettere letame maturo, che successivamente sarà ricoperto con uno strato di terriccio (mischiato con 2 manciate di letame palettato bovino/equino, e di cornunghia), per evitare che le radici vadano a contatto con il letame. Mentre, quando saranno abbastanza forti, le radici potranno tranquillamente raggiungere lo strato di letame.



PRODE RIALZATO
Potrebbe essere un'ottima scelta


Per costruire un prode rialzato non bisogna essere certamente dei veri esperti del settore. Anche i bassi costi giustificano questa mia scelta. Andiamo per ordine, che cosa è realmente questo prode rialzato? In poche parole, sarebbe una struttura di legno che permette di avere un livello più alto rispetto al terreno. Tutto questo garantisce una coltivazione più ordinata ma allo stesso tempo utile per coltivare i luppoli su terreni poco adatti. Questo non è tutto, perchè questa struttura dovrebbe permette una più facile operazione di potatura delle radici (ceppaia) e di raccolta di rizomi. Per la costruzione potreste riadattare una vecchia pedana di legno.

MESSA A DIMORA
E' tempo di mettere a dimora le piantine

La messa a dimora risulta essere un fattore molto importante, per il successo dell'intero luppoleto. Il periodo giusto per la messa a dimora potrebbe essere durante il riposo vegetativo, in questa fase le piantine (teoricamente) dovrebbero essere più resistenti a superare una criticità.

Mentre nelle indicazioni del rivenditore delle piantine, si ritiene la pianta di luppolo quasi sempre pronta per essere piantata nel terreno. Consigliando di evitare solo terreni ghiacciati, troppo bagnati, o il periodo estivo, se non si dispone di una costante irrigazione adeguata. In definitiva, per realizzare questa importante fase, possiamo determinare l'autunno e la primavera come i periodi migliori. La distanza da mantenere tra piante della stessa varietà è di un solo metro, mentre tra piante di diversa varietà si dovrebbe tenere almeno due metri, per evitare la confusione varietale attraverso i rizomi.

Procedimento
Dopo aver tolto dai vasi le piantine, bisogna liberare le radice dal vecchio terreno, per aiutarle a penetrare in quello nuovo. Riempire la buca con i dovuti stratiSuccessivamente vanno messe le piantine nel terreno e ricoprirle fino a livello, lasciandole leggermente più in alto, tipo collinetta. Dopo il trapianto nel terreno, bisogna eseguire una prima bagnatura, facendo attenzione a non bagnare i germogli. Pressare il terreno è indispensabile per non lasciare sacche di ossigeno che potrebbe portare a danneggiare la pianta. Per evitare il disturbo di qualche animale, si potrebbe utilizzare una rete di plastica in protezione delle piantine. Per finire sarebbe opportuno creare un promemoria di posizione, per le varie specie di luppolo. 

IRRIGAZIONE
Quello dell'acqua è un altro dei fattori chiave della coltivazione e per la stessa sopravvivenza della pianta. Come è stato già scritto, in precedenza, il ristagno per il luppolo  è un danno, ma l'acqua è indispensabile. Il luppolo resiste anche a periodi  di siccità, temporanea, ma durante l'estate deve essere irrigata correttamente, per scongiurare la sofferenza della vegetazione e una fioritura scarsa o addirittura inesistente. Una pacciamatura estiva sarebbe una buona soluzione. In conclusione, sarebbe opportuno conoscere il proprio terreno e regolarsi come con una qualsiasi pianta da orto.

PROTEZIONE
Una pacciamatura (lo spargimento di  legno, ridotto in scaglie, o della semplice paglia sul terreno, proteggere sia dall'eccessiva insolazione che dal troppo freddo) sarebbe una buona e utile soluzione per proteggere le radici, dai raggi solari o dal gelo. 

SOSTEGNI
E' tempo di guardare al cielo
Il luppolo cresce in modo notevole meglio non farsi trovare impreparati. Avere dei sostegni adeguati, molto resistenti per sopportare vento e peso, risulta fondamentale. Fermo restando questa specifica caratteristica indispensabile, il resto della costruzione dei sostegni può essere realizzata nel modo più vario. Prima della comparsa dei gambi rampicanti, ad inizio primavere, bisogna programmare e realizzare  l'intera struttura. 

Utilizzare i Pali come sostegno, potrebbe essere il metodo più suggestivo e adeguato. Generalmente i pali utilizzabili devono essere da 4 a 6 metri di altezza, larghi alla base da 7 a 10 cm, mentre vanno interrati in una buca profonda di almeno 60 cm. Per scavare la buca sarebbe opportuno usare una trivella o più semplicemente una vanga, un piccone e una pinza cavabuche (in questi casi preparatevi a sudare molto).

MALATTIE E PARASSITI
Prevenire è meglio che curare
Durante il periodo di crescita, della pianta, risulta molto importante l'osservazione e il controllo, per eventuali malattie e parassiti. Leggendo il libro di Stan Hieronymus e vario materiale online, sono venuto a conoscenza di diversi casi di rischi possibili. Dunque, se si vuole continuare la coltivazione di questa pianta al meglio bisogna conoscere i rischi e gli eventuali rimedi.

Peronospora
Questo tipo di malattia è causata dal fungo Pseudoperonospora humuli, che può portare le radici e i colletti, fino a marcire del tutto. Si manifesta con germogli di colore chiaro rispetto a quelli sani, con un aspetto mingherlino e fragile. In questo caso i germogli non riescono ad arrampicarsi. Il periodo di comparsa di questa malattia è in primavera. Molto spesso la pianta si infetta quando la fioritura avviene in condizioni umide, quindi bisognerebbe evitare molta acqua e non bagnare direttamente la pianta, ma solo il terreno. Possibili rimedi: bisogna eliminare i rami contaminati. Si potrebbe utilizzare uno spray fungicida a base di rame, ma solo per i casi più disperati.

Oidio
Questo tipo di malattia è causata dal fungo Podosphaera macularis, che può portare la morte dei tessuti dei coni, che si presentano di colore marrone/rosso. Si manifesta inizialmente con delle colonie bianche (tipo polvere) sulle foglie, germogli, gambi e coni. Possibili rimedi: bisogna eliminare le foglie malate. Si potrebbe utilizzare un fungicida a base di zolfo, ma solo se il problema persiste.

Verticillosi
Questo tipo di malattia è causato da due funghi, il Fusarium avenaceum e il F. sambucinum. Nel caso peggiore causa una rapida morte delle foglie, dei rami e della stessa pianta. Mentre nel caso più lieve si manifesta con delle venature, di colore giallo, delle foglie e una perdita di turgore di foglie e gambi.

Nanismo da viroide
Si tratta di un agente patogeno subvirale, che arresta la crescita della pianta.

Afidi 
(phodoron Humuli)
Si tratta di un piccolo insetto verde, dal corpo molle lungo dai 10 a 20 millimetri, se non viene controllato può distruggere un intero raccolto. Questi insetti possono anche trasmettere virus alla pianta. Possibili rimedi: usare un ottimo insetticida spray, che però non deve essere utilizzato almeno 50 giorni prima del raccolto (Altrimenti, essendo molto tossici e persistenti, questi insetticida spray potrebbero rimanere sui coni, con rischio grave per la salute umana.).

Tetranichidi
(Tetranychus urticae)
Si tratta di un piccolo insetto, lungo solo 0,5 millimetri. Una piccola infestazione provoca un colore bronzo alle foglie. Mentre una infestazione grave, provoca delle ragnatele bianche e la defogliazione. Questi insetti sono pericolosi nel periodo caldo e secco. Possibili rimedi: con delle piante ben innaffiate non dovrebbero essere un problema.

Nematodi 
Sono degli endoparassiti, che agiscono lasciando sulle radici delle cisti, che variano dal colore bianco al marrone.


TRATTAMENTI
La lotta a queste malattie, spesso si rende difficile, la mancanza di prodotti antiparassitari specifici per il luppolo, non aiuta. Anche perchè non bisogna sottovalutare il fatto che il luppolo finisce nel nostro bicchiere, con la birra, limitando per questo i possibili trattamenti. Proprio per questo, la reperibilità e l’uso  di prodotti fitosanitari (prodotto utilizzabile per proteggere il processi vitali), risulta la scelta meno facile da eseguire. Tuttavia, durante la fase di coltivazione, possiamo giocare un ruolo importante nella prevenzione di possibili attacchi, con piccoli aiuti.


Poltiglia Bordolese
(Trattamento fungicida rameico di contatto )
Si tratta di un fungicida rameico, ad azione preventiva, utilizzato come trattamento anticrittogamico (un fungicida rameico). Come composto a base, rame, calcio e diluiti in acqua, veniva utilizzato in passato anche dagli antichi Romani. Questo tipo di trattamento nella coltivazione del luppolo è indicato contro le più comuni malattie come la peronospora. Il trattamento può iniziare quando i gambi rampicanti sono lunghi circa 7 centimetri. Il trattamento ha cadenza quindicinale, da ripetersi in caso di pioggia, mentre generalmente per l'ultimo trattamento stagionale vado poco oltre il mese di maggio. Utilizzo: viene diluiti con acqua e successivamente spruzzato.

Olio Minerale
(Trattamento per insetti e funghi)
Molto importanti sono questi trattamenti a base di olio, (ammesso in agricoltura biologica). Si tratta di un olio minerale purificato, utilizzato per combattere molte forme di insetti e funghi. L'effetto di quest'olio non dura per molto tempo e non risulta essere altamente nocivo, proprio per questo è ammesso in agricoltura biologica. Utilizzo: generalmente viene diluito con acqua al 1-2% (Ogni litro di acqua si aggiungono circa 10-20 ml di olio bianco). Viene utilizzato a fine inverno e a post-raccolta, durante le prime ore della sera.
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Fertilizzanti a base di microelementi
(Trattamento per processi biochimici e fisiologici della pianta) 
Potrebbe essere utile, forse indispensabile, intervenire con delle concimazioni fogliari a base di microelementi nel periodo di maggiore sviluppo della pianta. La carenza di questi microelementi, può generalmente essere notata attraverso alterazioni della colorazione delle foglie e dallo sviluppo della pianta, compromettendo seriamente la produttività. Questi microelementi agiscono in quantità limitata ma svolgono un importante ruolo per i processi biochimici e fisiologici della pianta. Utilizzo: questi fertilizzanti non agiscono solo in funzione della cura, da carenze di microelementi, ma soprattutto in prevenzione. Possono essere utilizzati da soli, nei dosaggi indicati, o miscelate con concimi fogliari ed antiparassitari. Viene utilizzato nel periodo di maggiore sviluppo della pianta.
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Induttori di resistenza
(Trattamento di stimolazione autodifese)
In Italia non esiste nessun prodotto registrato per la difesa del luppolo, in alternativa, possiamo utilizzare questi induttori di resistenza (accoppiano minima di rame e zolfo, combinati con sostanze di origine vegetale). I trattamenti con induttori di resistenza, aiutano a stimolare le autodifese nei confronti di patogeni, risultando un'ottima strategia per il controllo delle malattie della pianta. Il loro assorbimento, permette alla pianta di rinforzare i tessuti e di essere più resistenti ai funghi, in modo particolare in giornate umide e piovose. Questi trattamenti non risultano essere dannosi, per la salute, e non lasciano residui tossici nel terreno. Utilizzo: vengono diluiti con acqua e successivamente spruzzati.
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Bacillus thuringiensis (kurstaki)
(Trattamento per insetti e acari)
In ambiente è un batterio, sporigeno, che vive normalmente nel terreno. Nella forma in commercio è un insetticida biologico, impiegato per il controllo biologico di diverse specie di insetti dannosi. La varietà Kurstaki è importante perchè risulta essere molto selettiva nei confronti degli insetti utili alla pianta. Utilizzo: viene diluito con acqua e spruzzato successivamente sulle foglie. Tenendo conto della sua fotolabilità, i trattamenti vanno eseguiti verso sera, in modo che la notte la decomposizione del prodotto sia minima (in caso di pioggia dopo il trattamento, l'applicazione va ripetuta). Totalmente sicuro per l’ambiente e per l'uomo, inoltre non essendo fitotossico, generalmente può essere impiegato fino a pochi giorni prima della raccolta. Utilizzo: in modalità e formato delle istruzioni commerciale.
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Metarhizium (anisopliae)
(Trattamento per insetti e acari)
Si tratta di un fungo presente naturalmente nel suolo che vive a spese di insetti, agendo come parassitoide. Viene utilizzato come mezzo di controllo biologico, dotato di attività insetticida contro numerosi insetti del suolo. Utilizzo: in modalità e formato delle istruzioni commerciali.
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Beauveria  bassiana
(Trattamento per insetti e acari)
Si tratta di un fungo endofita ed entomopatogeno che agisce come parassita di diverse famiglie di insetti. Molti insetti hanno sviluppato difese naturali contro la Beauveria bassiana ma molti altri sono ancora suscettibili. Durante il trattamento, questo tipo di fungo, non infetta l'uomo. Utilizzo: in modalità e formato delle istruzioni commerciali.
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Importante
Questi prodotti, usati in modalità e formato commerciale, possono avere un ruolo fondamentale in tutto il percorso di coltivazione. Tenendo sempre presente che  l'utilizzo deve avvenire con gli giusti criteri, con l'uso e dosaggi suggeriti dal formato commerciale. Un abuso di questi trattamenti potrebbe causare l'effetto opposto.


Dopo diverso tempo di studio e vari suggerimenti, ho creato questo piccolo schema del programma di trattamenti.

Questa rubrica è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.

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