martedì 16 gennaio 2018

Sweet Stout (produzione)

"Le cose reali nel buio non sembrano più reali dei sogni."
Murasaki Shikibu


Esplorando il mondo della birra, difficilmente si riesce a sfuggire alla produzione di una Stout. Uno stile a cui non ho dedicato mai nessuna attenzione particolare ma che ho sempre avuto il piacere di bere. Ultimamente mi sono soffermato su altri progetti e stili, trascurando totalmente questo affascinante lato oscuro della birra. Anche per questo ho voluto  rimediare, almeno in parte, brassando una Sweet Stout.

Cenni Storici
La sweet stout è conosciuta anche con il nome di milk stout o cream stout.  Le origini di questa birra risalgono alle Strong Porter, ma solo in una lettera del 1677 apparse la parola stout.

“Berremo stout e il miglior vino alla vostra salute”
fonte: Progettare grandi birre, Ray Daniels

Con il tempo emersero una serie di varianti, come la Russian Imperial Stout, le Dry Stout e le Oatmeal, mentre come stile le Sweet Stout solo nel 1910. Ciò nonostante, nel 1875, John Henry Johnson  ricevette la prima licenza per produrre una birra con lattosio. Risultava un prodotto con proprietà molto nutritive, venendo consigliato anche alle donne in allattamento. Durante la seconda guerra mondiale, nel Regno Unito, fu vietato associare l’immagine o la parola del latte alla birra.

Caratteristiche
Si tratta di una birra con una maggiore quantità di destrine residue e zuccheri, non fermentati, che conferiscono alla birra più corpo e una dolcezza che neutralizza il carattere eccessivo dei malti scuri. Dunque si tratta di una stout contenente lattosio, uno zucchero del latte che non viene fermentato dai lieviti, Saccharomyces cerevisiae, apportando al prodotto finito corpo e dolcezza.

La densità iniziale è tra 1.044 e 1.060, mentre quella  finale è tra 1.012 e 1.024. L'apporto del luppolo è impiegato per l'amaro (20-40 IBU), con un rapporto BU:GU tra 0,5 e 0,7.  Il colore va dal marrone scuro al nero (60-80 EBC). Una birra corposa e altrettanto cremosa, con una carbonazione leggera. 

Progetto
Punto della Situazione


Come da consuetudine ho voluto prendermi il giusto tempo, prima di intraprendere questa nuova produzione. L'idea è stata quella di utilizzare come base il malto Pale (68% del totale dei grani) a cui ho aggiunto una miscela di malti crystal/melanoidin (circa il 11%) e malti chocolate, black e roast (per il 14%) per apportare colore e aroma. Generalmente l'utilizzo dei malti scuri non supera il 10%, nel mio caso con il trattamento del metodo Steeping potrei rischiare di ottenere un contributo minore, che vorrei colmare con una percentuale maggiore. Per chiudere ho usato anche i fiocchi di avena e  del lattosio in polvere, quest'ultimo a 10 minuti di bollitura.

Per questa cotta ho utilizzato nuovamente i fornelli di mia moglie
Per ottenere un prodotto più pulito, evitando il carattere eccessivo dei malti scuri, ho deciso di ricorrere al metodo Steeping (per saperne di più clicca qui). Questo metodo divulgato da Mary Anne Gruber (Briess Malting) permette di evitare, parzialmente o totalmente, l'esposizione al calore dei malti scuri. Garantendo l'estrazione del colore e dei componenti aromatiche più regolari, tralasciando quelli responsabili di sapori aspri e astringenti. Il metodo consiste nel macinare separatamente i malti scuri (possono essere macinati anche finemente), dal resto del grist, e lasciati in immersione per circa 24 ore (con un rapporto di 500 gr di grani in 2 litri di acqua). Optando per l'immersione fredda con breve bollitura, negli ultimi 5 o 10 minuti della fase boil.

FERMENTABILI
68% Pale
7% Fiocchi di Avena
6% Chocolate
6% Crystal
5% Melanoidin
5% Black
3% Roast
250 gr Lattosio (per 12 litri)

AMMOSTAMENTO
Mash in a 55 °C
Step a 68 °C fino a conversione
Mash out a 78 °C per 10 min.

BOIL
60 minuti

LUPPOLO
Northern Brewer
L'apporto del luppolo è impiegato principalmente per l'amaro (20-40 IBU), con un rapporto BU:GU tra 0,5 e 0,7.


LIEVITO
Da tradizione si dovrebbe utilizzare un lievito inglese (ale) a bassa produzione di esteri, tipo il Wyeast 1318. Personalmente ho preferito impiegare un ceppo americano, US-05 della Fermentis.


Questo post è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.

venerdì 12 gennaio 2018

Steeping, infusione per malti scuri

Ottenere migliori risultati dai grani scuri


Nella gestione dei malti scuri questo metodo, di infusione, è l'alternativa ideale all'ammostamento tradizionale. L'utilizzo di malti scuri non necessita conversione, dunque risulta fondamentale solo per sviluppare le tipiche caratteristiche organolettiche (tostato, caffè e liquirizia) e rilasciare colore. Utilizzare orzo tostato e grani scuri come black e chocolate, a calore elevato si ottiene un prodotto finito più acre, amaro e acido. Quando la buccia dei grani prende parte all'intero processo, di ammostamento e filtraggio, il prolungato stato di calore consente l'estrazione di tannini, con successiva produzione di astringenza.

AMMOSTAMENTO TRADIZIONALE
malti scuri esposti al calore
In questo specifico metodo, i grani scuri sono ammostati con il resto del grist, esponendo gli stessi al calore dell'ammostamento e alla successiva fase di bollitura. Con questo metodo si ottiene un prodotto finale con sapori più aspri e astringenti.

AGGIUNTA AL MASH-OUT (ricircolo)
malti scuri esposti parzialmente al calore
In questo metodo per evitare una lunga esposizione al calore dell'ammostamento, i malti scuri vengono aggiunti al mash-out. La buccia dei grani essendo la principale causa dell'astringenza, viene parzialmente inibita e successivamente eliminata, prima della bollitura ma questa accortezza non evita che l'estratto dei grani sia bollito, risultando anch'esso responsabile di possibile asprezza.

STEEPING
malti scuri non esposti al calore o solo parzialmente
Questo metodo divulgato da Mary Anne Gruber (Briess Malting) permette di evitare parzialmente o totalmente l'esposizione al calore. Il tutto consiste nel macinare separatamente i malti scuri (possono essere macinati anche finemente), dal resto del grist, e lasciati in immersione per circa 24 ore (con un rapporto di 500 gr di grani in 2 litri di acqua). Inoltre questo metodo, fornisce tre diverse possibilità di utilizzo, l'immersione calda, fredda e fredda con breve bollitura.

Immersione Calda
Serve per ottenere un estratto di grani scuro che possa essere aggiunto direttamente in fermentazione. Consiste nell'infusione di acqua (a 74 °C) e malti scuri, precedentemente macinati, per 5 minuti. Successivamente il tutto deve essere filtrato, tramite un colino o un filtro da caffè, e aggiunto direttamente in fermentazione.

Immersione Fredda
Serve per ottenere un estratto di grani scuro che possa essere aggiunto direttamente in fermentazione. Consiste nell'infusione di acqua fredda e malti scuri, precedentemente macinati, per 24 ore. Successivamente il tutto deve essere filtrato, tramite un colino o un filtro da caffè, e aggiunto direttamente in fermentazione.


Immersione Fredda con breve bollitura
Serve per ottenere un estratto di grani scuro che possa essere aggiunto durante gli ultimi 5 o 10 minuti di bollitura. Consiste nell'infusione di acqua fredda e malti scuri, precedentemente macinati, per 24 ore. Successivamente il tutto deve essere filtrato, tramite un colino o un filtro da caffè, e aggiunto direttamente durante gli ultimi 5 o 10 minuti di bollitura.

Questi diversi metodi di Steeping garantiscono l'estrazione di colore e componenti aromatiche più regolari, tralasciando quelli responsabili di sapori aspri e astringenti. Detto questo è anche vero che non tutti gli stili, in presenza di malti scuri, sono predisposti per questa tecnica. Dunque, provare e sperimentare è la chiave essenziale per capire cosa si preferisce ottenere.

Questo post è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.

lunedì 18 dicembre 2017

Sour Ale (Prugne)

"Se non vi piacciono le mie birre, 
bè ... peccato per voi! "
Armand DeBelder


Continuano le mie cotte sperimentali all'insegna delle Sour alla frutta. Nel mio percorso da homebrewer ho preferito appagare la sete di conoscenza con esperienze dirette, senza tralasciare troppo la teoria suggerita dai libri o dagli esperti. Diciamo che preferisco una strada poco conservativa e molto più rustica, lasciando campo libero al tempo, lieviti e batteri.

Progettare
Sour alla Prugna
Condor Sour Prunes

Dopo la sistemazione parziale della cantina, la produzione delle birre sour inizia ad avere sempre più spazio. Dunque posso produrre e sperimentare con più frequenza, sperando di sbagliare il meno possibile. Questa volta la scelta del frutto è caduta sulla prugna. 

Punto della Situazione
Come da consuetudine ho voluto prendermi il giusto tempo prima di intraprendere questa nuova produzione, lasciando le prugne in congelare (questa fase di congelamento spezza le pareti cellulari, con un maggiore rilascio di sapore. Al momento dell'utilizzo, sarebbe utile verificare se il sapore del frutto abbia subito cambiamenti, durante questa stessa fase).


Progetto
L'idea è stata quella di fare una cotta abbastanza semplice, con malto pale, monaco, melanoidin e frumento, con luppolo invecchiato. Mentre per quanto riguarda l'aggiunta delle prugne, si tratta di quelle viola denocciolate (200 g / l totali), è stata programmata una prima fermentazione di 10 mesi e una successiva fermentazione con due differenti aggiunte di frutta, per un totale di 15 mesi.


Sarebbe sicuramente più interessante una fermentazione in botte ma avendole impegnate per altri progetti, ho dovuto ripiegare sulla damigiana di vetro. Per ovviare alla mancanza di complessità del legno, utilizzerò  delle chips di rovere.

FERMENTABILI
85% Pale
7% Frumento 
5% Monaco
3% Melanoidin


AMMOSTAMENTO
(2,8 litri di acqua per ogni kg di cereali)
Mash in a 50 °C
Step a 67 °C per 70 min.
Step successivo a 72 °C fino a conversione.
Mash out a 76 °C per 10 min.

BOIL
90 minuti

LUPPOLO
Misto (invecchiato 3 anni).

LIEVITO
Roeselare Ale Blend (n°3763), produce una birra con complessi profili erbacei e un'acidità caratteristica. Per sviluppare un profilo aromatico/acido completo, sono necessaria almeno 18 mesi di maturazione. Nonostante ciò non tende a produrre una grande quantità di acidità, ideale per quello che desidero.

Utilizzando un Blend (una coltura mista) comporta gli stessi problemi di un qualunque altro lievito si possa utilizzare. Diversi HB, nel caso dei Blend, preferiscono non farsi troppi problemi e inoculano un singolo pacchetto, senza un giusto criterio. Personalmente ritengo questo atteggiamento una forzatura, perchè anch'io preferisco risparmiare dei soldi ma senza rinunciare alle priorità. Detto questo se non si vuole acquistare altre confezioni, bisogna prendere le giuste precauzioni nel rispetto del rapporto che regola l'equilibrio dei componenti nel prodotto finito (acido lattico, acido acetico, esteri e fenoli). La chiave è quella di una propagazione ottimale, basata su tre diversi fattori: vitalità , tempo e temperatura. Ciò significa che occorrono Blend in buone condizioni e quando si sceglie di fare uno starter bisogna evitare l'uso dell'agitatore, per dare il giusto tempo alla coltura, controllando la giusta temperatura di crescita. Utilizzare l'agitatore (ossigenazione continua) per la crescita di una coltura mista, favorisce i lieviti ma non fornisce aiuti alle cellule batteriche. Ogni singolo fattore trascurato potrebbe portare alla propagazione incontrollata, non determinata e non prevista dal laboratorio produttore.

FERMENTAZIONE
(primaria)


Travaso dopo circa 10 giorni, per evitare problemi di autolisi del lievito nonostante la presenza di Brettanomyces, che dovrebbero favorire la metabolizzazione dei nutrienti presenti nel lievito in autolisi. Teoricamente dopo un'intera fase di fermentazione, con lo stesso fermentatore, i Brettanomyces si nutrono proprio di queste cellule (quando non sono più presenti destrine) formando dei sottoprodotti. Ma in  questa fermentazione il ruolo dei Brettanomyces non è di primaria importanza, come per le produzioni di Lambic. Ho deciso di fare ugualmente il travaso senza rinunciare al loro apporto. I Brettanomyces possono crescere e formare sottoprodotti anche senza lievito in autolisi, ma in maniera meno incisiva.


FERMENTAZIONE
(secondaria)
Dopo 10 mesi di fermentazione ho realizzato la prima aggiunta di prugne, viola denocciolate (100 g / l). Mentre a 12 mesi di fermentazione, ho realizzato la seconda aggiunta di prugne, viola denocciolate (100 g / l), imbottigliando la birra a 15 mesi di fermentazione totale.


DEGUSTAZIONE 
(Dopo un mese di bottiglia)
La birra si presenta di un colore arancio scuro, con una schiuma biancastra ed evanescente. Le note funky (cantina, muffa, sudore e sella di cavallo), al naso, si mescolano bene con quelle aspre della prugna. In bocca la carbonazione risulta con un mouthfeel morbido e gradevole. La prugna è piacevole e per nulla invadente, affiancata da asprezze citriche e una lieve acidità, mentre gli off-flavors (tipiche di un lambic) offrono un ruolo secondario ma non indifferente.


Questo post è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.

domenica 17 dicembre 2017

Statistiche di fine anno

E' quasi finito il 2017, un anno intenso
di esperienze casalingo brassicole.


Credo sia doveroso in questo periodo fare un bilancio dell’anno appena passato e proporvi le statistiche del mio blog. Dunque è tempo di tirare le somme, un 2017 dove si è superato le 63000 visualizzazioni con il blog, mentre su facebook sono stati totalizzati 1190 "Mi Piace" e su Telegram 61 iscritti


Un periodo molto significativo, dove ho fatto enormi passi avanti. Guardandomi indietro capisco ancora di più il valore e l'importanza dei risultati ottenuti, da questo piccolo spazio brassicolo.

- Con grande piacere ricordo la mia intervista per il Giornale della Birra (per chi si fosse perso l'intervista, la potete trovare cliccando qui).


- L'ottima riuscita del mio primo Pseudo Lambic (che trovate cliccando qui) e Pseudo Kriek (che trovate cliccando qui).


- La mia prima affascinante produzione di Flemish Red (che trovate cliccando qui).

Grazie a chi continua a seguirmi ma anche a chi passa solo per criticare, vi voglio bene!!!

giovedì 7 dicembre 2017

Sour Italian Grape (produzione)

"La ricompensa di una cosa ben fatta è averla fatta."
Ralph Waldo Emerson


Eccomi qui a scrivere sulla mia Sour Italian Grape, dove l'utilizzo dell'uva contribuisce a creare un prodotto completamente nuovo tra le mie birre. Con questo progetto riaffiorano memorie dimenticate, ricordi di campagna accanto a nonni e zii. Quando tutto sembrava al suo posto, perfetto e magico. Dopo così tanti anni, oggi mi restano poche traccie per stimolare i ricordi, una di queste è avvolta nei profumi di un'armonia fermentativa perfetta.

A sinistra, i miei nonni. A destra, io con mio zio Vincenzo.
Detto questo non è mia intenzione annoiarvi con tanta nostalgia. Allora, andiamo al dunque, la cosa che più mi affascina nel progettare una Sour Italian Grape è la grande versatilità dello stile. Anche se in passato ho avuto più di un'incertezza su questo stile (per saperne di più sulla mia prima Sour Italian Grape, clicca qui)

Progettare
Sour Italian Grape


Come da consuetudine ho voluto prendermi il giusto tempo prima di intraprendere questa nuova produzione ma cercando di rimanere sulla falsariga della mia prima produzione, nonostante abbia valutato molto le diverse possibilità  produttive.

Punto della Situazione
Personalmente ho una visione tutta mia di realizzare una Sour Italian Grape, dove l'uva viene utilizzata solo nella fase finale della fermentazione, di una birra base. Lasciando ai microrganismi la libertà di sviluppare un profilo aromatico/acido completo, con una maturazione molto lunga. Dunque, dare una base precisa alla birra la ritengo una cosa indispensabile, dove la frutta non deve mai risultare invadente. Anche per questo l'apporto del frutto avverrà in due diverse aggiunte, in modo da gestire al meglio questo aspetto.

Progetto
L'idea è quella di fare una cotta abbastanza semplice, con luppolo invecchiato come avviene per il Lambic. In fase di bollitura ho previsto 90 minuti. Dopo 10 mesi di fermentazione, ho programmato la prima aggiunta del mosto d'uva. Diciamo che preferisco una strada poco conservativa e molto più rustica, lasciando campo libero al tempo, lieviti e batteri.


Sarebbe sicuramente più interessante una fermentazione in botte ma avendole impegnate per altri progetti, ho dovuto ripiegare sulla damigiana di vetro. Per ovviare alla mancanza di complessità del legno, utilizzerò  delle chips.

FERMENTABILI
85% Pale
7% Frumento 
5% Monaco
3% Melanoidin


AMMOSTAMENTO
(2,8 litri di acqua per ogni kg di cereali)
Mash in a 50 °C
Step a 67 °C per 70 min.
Step successivo a 72 °C fino a conversione.
Mash out a 76 °C per 10 min.

BOIL
90 minuti

LIEVITO
Roeselare Ale Blend (n°3763), produce una birra con complessi profili erbacei e un'acidità caratteristica. Per sviluppare un profilo aromatico/acido completo, sono necessaria almeno 18 mesi di maturazione. Nonostante ciò non tende a produrre una grande quantità di acidità, ideale per quello che desidero.

Utilizzando un Blend (una coltura mista) comporta gli stessi problemi di un qualunque altro lievito si possa utilizzare. Diversi HB, nel caso dei Blend, preferiscono non farsi troppi problemi e inoculano un singolo pacchetto, senza un giusto criterio. Personalmente ritengo questo atteggiamento una forzatura, perchè anch'io preferisco risparmiare dei soldi ma senza rinunciare alle priorità. Detto questo se non si vuole acquistare altre confezioni, bisogna prendere le giuste precauzioni nel rispetto del rapporto che regola l'equilibrio dei componenti nel prodotto finito (acido lattico, acido acetico, esteri e fenoli). La chiave è quella di una propagazione ottimale, basata su tre diversi fattori: vitalità , tempo e temperatura. Ciò significa che occorrono Blend in buone condizioni e quando si sceglie di fare uno starter bisogna evitare l'uso dell'agitatore, per dare il giusto tempo alla coltura, controllando la giusta temperatura di crescita. Utilizzare l'agitatore (ossigenazione continua) per la crescita di una coltura mista, favorisce i lieviti ma non fornisce aiuti alle cellule batteriche. Ogni singolo fattore trascurato potrebbe portare alla propagazione incontrollata, non determinata e non prevista dal laboratorio produttore.

FERMENTAZIONE
(primaria)
10 mesi
Travaso previsto dopo circa 10 giorni, per evitare problemi di autolisi del lievito nonostante la presenza di Brettanomyces, che dovrebbero favorire la metabolizzazione dei nutrienti presenti nel lievito in autolisi. Teoricamente dopo un'intera fase di fermentazione, con lo stesso fermentatore, i Brettanomyces si nutrono proprio di queste cellule (quando non sono più presenti destrine) formando dei sottoprodotti. Ma in  questa fermentazione il ruolo dei Brettanomyces non è di primaria importanza, come per le produzioni di Lambic. Dunque ho deciso di fare ugualmente il travaso senza rinunciare al loro apporto. I Brettanomyces possono crescere e formare sottoprodotti anche senza lievito in autolisi, ma in maniera meno incisiva. 

FERMENTAZIONE
(prima aggiunta di frutta)
1,2 litri di Mosto d'uva Nero d'Avola  (su 25 litri).

3 mesi dopo
(seconda aggiunta di frutta)
1,2 litri di Mosto d'uva Nero d'Avola.
L'uva favorisce la formazione di acidi (fermentazione malolattica). L'utilizzo di batteri (produttori di acido lattico) insieme a questo stesso frutto potrebbe rendere il prodotto finito aspro.

LUPPOLO
Misto (invecchiato 3 anni).

Birra in Fermentazione

Questo post è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.