mercoledì 21 marzo 2018

Coltivare il Ginepro

Parte della rubrica Farmhouse Ale
Juniperus
"Keeping kveik in bottle is a modern thing"
Lars Marius Garshol, in un suo messaggio.



La mia diretta vicinanza verso le birre della Scandinavia, mi ha dato modo di verificare le diverse tecniche di produzione. In questo viaggio di studio, tra le tradizioni  norvegesi (con kveik e malto affumicato) e quelle finlandesi (con kuurna), l'impiego di Ginepro Communis è una componente indispensabile, molto sottovalutata nel resto dell'europa. Raramente vengono utilizzate le bacche per la produzione di Blanche, Gran Cru, Tripple, Birre di Natale, Porter, Stout e Doppelbock, mentre sono largamente usate per lo  Gin.

Dopo le diverse produzioni del Sahti e l'attesa per le Norwegian Farmhouse Ale, ho preferito evitare di andare in cerca di rami di ginepro, decidendo di coltivare questa stessa pianta nella mia campagna. Sono andato anche oltre, coltivando il Ginepro Communis (se sei interessato all'acquisto clicca qui) e l'Oxycedrus (se sei interessato all'acquisto clicca qui) conosciuto anche come ginepro coccolone o ginepro rosso. La principale differenza, oltre alla colorazione delle bacche, risulta la banda grigia nella parte inferiore del ginepro comune, mentre sono due bande grigie  per l'oxycedrus (vedi foto qui sotto).
A sinistra il Ginepro Oxycedrus e a destra il Communis


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ATTENZIONE 
i ginepro non sono tutti commestibili, 
esistono specie velenose come il Juniperus sabina..


DESCRIZIONE PIANTA
Cupressaceae (cipresso)
Il ginepro fa parte della famiglia delle Cupressaceae e si tratta di un arbusto perenne sempre verde, con una struttura a cespuglio, fusto ramificato e resinoso, dalle caratteristiche bacche di colore blu viola. L'altezza può raggiungere generalmente i 2 metri. Si tratta di un dioiche, dunque con organi riproduttivi maschili (stami) e femminili (pistillo) portati su due piante distinte, indispensabili per la crescita delle bacche. Le stesse bacche possono restare sui rami anche più di due anni, risultando presenti contemporaneamente con quelle verdi. Cresce spontaneamente in Italia, solitamente su terreni aridi e in ogni situazione climatica, anche alle basse temperature. Una pianta molto resistenze con poche esigenze idriche.

PROPAGAZIONE 
Semina e Trapianto
La moltiplicazione del ginepro avviene per seme oppure per talea. La semina è la soluzione più lunga, visto che la germinazione può avvenire fino a due anni. Diversamente, il trapianto risulta il metodo più rapido e andrebbe fatto in primavera, con il clima mite, senza il rischio di possibile gelate. Le talee devono essere della lunghezza di circa 12 cm e messe in un vasetto di vetro con l’acqua. Il successivo trapianto  deve avvenire dopo la formazione delle radici.

DAL VASO ALLA TERRA



Esamina del terreno
E' indispensabile ispezionare il terreno dove sarà posto successivamente la pianta di ginepro, trovando la posizione migliore per una tranquilla crescita. La collocazione migliore è all'esposizione in pieno sole, in un terreno grasso sabbioso, con un ottimo drenaggio. Il ginepro predilige terreni  secchi e poveri, dunque asciutti e ben drenati.


Preparazione del terreno
Come prima cosa è importante preparare il terreno, all'incirca  20 giorni prima della messa a dimora, con un adeguato drenaggio. Occorre inizialmente mischiare il comune terriccio con della sabbia. La concimazione non è obbligatoria, tenendo presente che il ginepro preferisce terreni poveri. Scavare un'ampia buca, due volte più larga rispetto al contenitore e pari profondità, in modo da ottenere una corretta presa dalle  radici. Dopo questa realizzazione  bisogna assicurarsi un ottimo drenaggio,  tramite l'aggiunta di sabbia sul fondo.


Messa a Dimora
Per agevolare l'estrazione della pianta dal vaso, bisognerebbe bagnare accuratamente il terreno, in modo da ridurre la quantità d'aria all'interno del vaso. Dopo l'estrazione della pianta dal vaso è possibile sciogliere la massa di radici, usando le mani, cercando di districare almeno quelle più lunghe, senza danneggiarle. In modo da permettere alle radici di diffondersi nel terreno circostante quando viene piantato l'arbusto. Successivamente è possibile mettere il tutto nella buca, in posizione centrale, dove la parte superiore deve essere allo stesso livello della superficie del terreno che circonda la buca. Naturalmente il livello della terra deve essere simile a quello del vaso. Riempire gli spazi rimasti della buca e innaffiare accuratamente.

 TRATTAMENTI
Annaffiare
E' indispensabile annaffiare frequentemente durante i periodi iniziali, altrimenti le radici non essendo ancora abbastanza sviluppate non riescono ad ottenere acqua e nutrimento. Successivamente al periodo iniziale, si può tranquillamente lasciare l'apporto dell'acqua alle naturali piogge. Mentre per la coltivazione in vasi bisognerebbe annaffiare due volte alla settimana.

Concimare
Risulta consigliabile nel periodo primaverile, con un semplice trattamento di compost casalingo (scarti vegetali).

Potare
La potatura serve  principalmente per eliminare rami secchi e rovinati in modo da favorire un nuovo sviluppo della pianta. Il giusto periodo sarebbe prima dell'arrivo della primavera, tra febbraio e l’inizio di marzo.

Malattie
Essendo una pianta rustica e abbastanza resistente. Nei casi di malattie il ginepro può essere attaccata dai parassiti, quelli più comuni risultano gli afidi e la cocciniglia. I rimedi naturali per eliminare le larve e gli insetti sono il decotto di aglio o il macerato di equiseto.

Ginepro nella  Birrificazione
Nella produzione di birre di fattoria, del Nord Europa, il ginepro emerge come ingrediente tradizionale. Viene spesso utilizzato per favorire la sterilizzazione, anche dell'intera attrezzatura. Le foglie vengono usate anche per la produzione tramite l'Einerlåg o Sprakalåg (due termini per dire infuso di ginepro, in norvegese). L'infuso è una preparazione liquida ottenuta tramite acqua calda e i rami di ginepro, che sostituisce la semplice acqua nell'ammostamento, conferendo  sapori unici alla birra. La prima cosa da fare è quella di accendere il fuoco sotto il bollitore, riempirlo con acqua e alcuni rami di ginepro. E' molto importante prendere anche un ramo e dividerlo, nel senso della lunghezza, in modo che si possano estrarre anche i succhi dalla parte centrale del legno. Questo processo conferisce poi alla birra il colore, il sapore e la sua conservazione. L'infusione di ginepro generalmente non dovrebbe essere bollita ma solo riscaldata tra gli 80 e i 90 °C, solo raramente si preferisce bollirlo. Mentre per ottenere il simile aroma di gin potrebbe essere opportuno utilizzare le sole bacche.

Questa rubrica è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.

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