Ovunque tu possa arrivare,
non dimenticare mai da dove sei partito.
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Devi sapere che la macchina non sarà più la stessa una volta partito, l'homebrewing è anche questo! |
Il 2019 era partito a rilento con le mie esperienze casalingo brassicole, d'altronde anche il 2018 era finito su questa falsariga. Ho percorso tantissime fasi in questo fantastico mondo dell'homebrewing, dalle molteplici ore dedicate allo studio a quelle dovute alle produzioni. Eppure, sono bastate una serie di novità e progetti, per animare nuovamente il mio spirito brassicolo.
Sono passati molti anni da quel mese di gennaio del 2014, anno in cui ho iniziato la mia avventura come birraio casalingo. Come tanti altri homebrewers ho iniziato questo percorso dai classici malti luppolati, dopo un bizzarro sogno premonitore di mio nonno.
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Al compleanno di mio nonno, tra le braccia di mia nonna. |
"Un aspetto tipico di mio nonno era quello di offrire ai propri ospiti il Biancosarti. Un liquore dolce prodotto tramite distillazione di erbe, spezie e fiori, con un sapore caratterizzato dalla forte presenza di cortecce e radici. Stranamente quella notte, durante il sogno, avrebbe voluto offrirmi una birra. Birra che non riusci a trovare, ma che cercava con fermezza di farmela provare. Al mattino, poco prima di arrivare a lavoro, aprendo il cellulare su internet mi apparve la scritta: come fare la birra in casa. Un segno del destino o semplice suggestione? Non saprei, ma sta di fatto che alle ore 17 dello stesso giorno, avevo già acquistato il kit di malto luppolato e il resto del materiale."
Per quasi tutto il primo anno, ho continuato a produrre la mia birra solo con i malti luppolati, senza provare mai particolare entusiasmo. Una perdita di tempo, scusate la franchezza. La cosa che ha cambiato realmente il mio interesse è stata la scoperta del metodo All Grain. Da quel preciso momento non mi sono più fermato, tutti i dubbi e le incertezze erano solo ricordi.
"Nelle vicinanze del mio paese, eravamo due o tre a produrre birra in casa. I nostri incontri avevano assunto le dimensioni di una vera e propria associazione clandestina. Le nostre case avevano ormai il fascino di una distilleria d'alcool degli anni '20 e '30, nel pieno del Proibizionismo americano."
Quella crescente passione mi condizionò a tal punto da promuove la cultura birraria anche sul mio territorio, all'epoca quasi del tutto assente. Nel gennaio del 2015, in modo del tutto spontaneo nasceva il progetto Homebrewing Condor, con l'idea di promuovere la birra di qualità, il consumo consapevole e la produzione casalinga di birra. Il tutto accompagnato dallo scambio di informazioni, perchè l'homebrewing è questo.
"Promuovere l'idea di bere la propria birra o quella di qualità, non è una tendenza patologica all'abuso di bevande alcoliche. Più conosci la birra e più consapevolezza hai quando bevi. Homebrewing Condor non rappresenta l'esibizionismo del tasso alcolemico. Sono altre le realtà e i comportamenti che contribuiscono a rendere la birra un pericolo. Solo attraverso una buona educazione, la conoscenza e la consapevolezza, si possono evitare gli eccessi. Proprio per questo ritengo l'homebrewing un hobby educativo, che favorisce la crescita e una consapevolezza maggiore sul consumo di alcol."
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L'homebrewing è aggregazione e convivialità! |
Con la nascita del progetto Homebrewing Condor ho avuto modo di relazionarmi con tantissime persone, le quali mi hanno regalato qualcosa di personale che nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi nell'homebrewing.
"Reputo l’homebrewing una vera e propria arte, la quale richiede passione e impegno. La competenza è un aspetto importante, ma come in tutte le cose della vita aumenta con lo studio e le varie esperienze."
Ho conosciuto homebrewers a cui bastava seguire le indicazioni dei semplici kit luppolati, mentre altri realizzavano le proprie ricette nel tentativo di produrre birre sempre migliori. E infine, ho trovato quelli come me, in continua evoluzione personale con piccoli laboratori casalinghi. Il mio
CondorLAB è stato principalmente utile per testare la capacità delle diverse pratiche di conservazione dei lieviti e per l'isolamento dei microrganismi, mediante terreni selettivi.
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Fermentazione Spontanea in botte di Rovere |
Il costante impegno mi portò presto ad isolare un lievito autoctono, a produrre interessanti birre Sour e il Sahti (un vecchio stile di birra finlandese), a coltivare il luppolo e addirittura a maltare l'orzo.
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Coni del mio luppoleto |
Un periodo nel quale il blog veniva aggiornato regolarmente e sempre più persone ebbero modo di conoscere le mie tante idee e progetti. Nel frattempo, il 2 ottobre del 2017 sul
Giornale della Birra comparve una mia intervista rilasciata a Luciano Galea. In quel caso parlavo già del mio interesse nell'utilizzare le botti, di realizzare una fermentazione spontanea e una birra affumicata della Norvegia, chiamata Stjørdalsøl.
Detto questo, mi piace ricordare un post che scrissi il 16 novembre del 2016 (questo stesso post è attualmente visibile su un noto forum sull'homebrewing), dove avvertii un profondo disinteresse verso i lieviti kveik. Una parola del tutto sconosciuta quella con cui venivano indicati questi particolari lieviti norvegesi.
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La mancanza di conoscenza può essere un valore o un limite per ogni interesse. |
Tuttavia, quel messaggio ha cambiato il mio percorso da homebrewers. Inizialmente decisi di utilizzare quello stesso ceppo singolo (all'epoca era l'unico lievito kveik in commercio, ceppo isolato dalla coltura mista
#1 Sigmund's Gjernes Voss), ma la sete di conoscenza era insaziabile per non provare gli autentici kveik a coltura mista. La fortuna ha voluto che diverso tempo prima mi ero imbattuto in alcuni stili di birre del tutto abbandonati, tipo la già citata Stjørdalsøl. Trovare le giuste informazioni su quelle particolari birre non era propriamente semplice.
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Gårdsøl det norske ølet di Lars Marius Garshol |
Nel cercare di restare fedele alle produzioni storiche, ho addirittura scritto e chiesto consiglio a produttori locali e all'ormai popolare Lars Marius Garshol. Persone di una disponibilità unica e di una semplicità disarmante, che mi hanno dato la possibilità di prendere parte a vari gruppi di discussione a tema. Inoltre, ho scoperto di avere addirittura molti amici in Norvegia, disposti ad inviarmi il proprio kveik senza chiedermi mai nulla in cambio.
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L'Amico Ivar A. Geithung, della città di Voss (Norvegia) |
Tramite questi stessi rapporti di amicizia, il mio percorso tra le birre nordiche e i kveik è risultato piacevole, costruttivo, ma soprattutto contagioso. Dunque, l'amore per questi particolari lieviti è stato inevitabile, a tal punto da provare ogni tipo di fermentazione e relativo metodo di conservazione (tradizionale).
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Råøl, un vecchio stile di birra Norvegese |
Prima che la gente capisse l'importanza del lievito, storicamente il mosto freddo veniva mescolato con lo stesso bastone di legno, conferendo un risultato migliore alla birra finita. Ho realizzato addirittura una fermentazione tramite
Kveikstokk, un pezzo di legno utilizzato per la conservazione del lievito di fattoria (riutilizzato anche a distanza di un anno, per saperne di più
clicca qui). Esperimento che mi ha dato modo di essere menzionato sul sito di
Milk The Funk, nell'apposita sezione sui kveik.
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Citazione con relative foto, sul sito di Milk The Funk |
Questa citazione mi è valsa una discreta visibilità, soprattutto all'estero con dati incredibili fatti registrare dal blog e dalla pagina Facebook. Conferma della buona strada che avevo intrapreso, nel diffondere le mie esperienze casalingo brassicole.
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Anticipazioni su Facebook |
Questa mia continua esperienza con i lieviti norvegesi, inoltre mi ha dato l'opportunità di prendere parte all'Expo della
Brasseria Veneta, grazie all'invito di Paolo Erne e del presidente Antonio Di Gilio. Evento che si è svolto domenica 23 settembre 2018, con un laboratorio didattico sui
Kveik e Gruyt, dove ho raccontato tutte le mie conoscenze acquisite sui kveik.
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Durante il laboratorio didattico su Kveik e Gruyt |
Nell'occasione percepivo chiaramente il grande interesse che suscitavano i kveik, anche qui in Italia. Ricordo con estremo piacere le innumerevoli iscrizioni al mio gruppo Facebook
"Esperienze Casalingo Brassicole | HOMEBREWING CONDOR", creato poco tempo prima. Un gruppo chiuso in cui potersi riunire e confrontarsi, sulle proprie esperienze casalingo brassicole, liberi di esprimere la propria opinione nel rispetto degli altri. Uno spazio dedicato a tutti gli amici che seguono il blog.
Infine, come dimenticare la seconda intervista uscita sul
Giornale della Birra, realizzata da Giovanni Messineo.
Chiudo questo post dicendo che se mi guardo indietro sono felice. Sono passati molti anni da quel gennaio del 2014, ma ancora percepisco di non essere cambiato molto. Sono ancora quella stessa persona che non si ferma mai, mi ritrovo continuamente dietro ad un’infinità di progetti, cosa non scontata dopo tutto questo tempo. L'obiettivo rimane quello di scrivere ciò che sono le mie esperienze, giuste o sbagliate che siano, senza pretendere di insegnare nulla a nessuno. Sperando che la teoria possa essere solo un modello da applicare alla pratica e non un ossessione. La propria esperienza si sviluppa continuamente, tra sbagli, imprecisioni e magari successi, senza troppa teoria ma con la dovuta pratica. A presto amici e buona birra!!!
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